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Le
scelte della Consulta Chi gioca con la Costituzione Ora
che la Consulta ha bocciato il referendum sull'articolo 18, bisogna che ci si
metta d’accordo. Se si ritiene di dover ricorrere alla Corte europea, perché
convinti che l’impossibilità di celebrare un referendum abrogativo leda i
diritti dei lavoratori, significa o che la nostra Costituzione nonostante i
suoi propositi non è capace di garantire i suoi principi, o che la Corte
Costituzionale non è all’altezza di interpretare correttamente la lettera
della Costituzione. Nel primo caso, la Carta non sarebbe in grado di evitare
lesioni gravi procurate al mondo del lavoro, nel secondo caso, la Carta
assegnerebbe una funzione di garanzia ad un organismo che si dimostra
incapace di svolgerla. Se, come ha detto la segretaria della Cgil, Susanna
Camusso, ma come si legge anche in altri parti dell’opinione pubblica, la
Corte è incline a calcoli e scelte politiche, significherebbe che la Corte
volontariamente rifiuta di adempiere agli incarichi affidatigli dalla
Costituzione stessa. In entrambi i casi, la Costituzione andrebbe riformata,
cosa pienamente legittima, sia secondo la lettera stessa della Costituzione,
che prevede una procedura di riforma, sia secondo il libero pensiero, nel
senso che nulla vieta in democrazia di ritenere che la Costituzione non si
debba riformare. Quello che invece non è ammissibile, è asserire che la
nostra Costituzione è la migliore del mondo e poi voler procedere contro l’
articolo di questa Costituzione che affida alla Consulta e non alla Cgil o
altri, il giudizio sulla compatibilità delle leggi, e dei referendum. A meno
che la Costituzione piaccia solo se ci ragione, mentre, appena ci da torto,
la si voglia stracciare. Nel qual caso, avrebbero ragione coloro che la
Costituzione la vogliono cambiare e onestamente ne chiedono la riforma. La
Cgil invece si è sempre trincerata dietro il dettato costituzionale come suo
paladino, salvo rinnegarlo appena un pronunciamento non ne soddisfa
l’operato. Il peggior danno alla vita repubblicana non è tanto causato da chi
propone una riforma costituzionale, giusta o sbagliata che sia, perchè questo
è nel suo diritto. Non c’è nessun diritto invece di piegare la Costituzione
ai propri comodi. Sotto questo aspetto, bisognerà pur dire che la Cgil ha
davvero aperto una strada maestra. Roma, 12
gennaio 2017 |
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